Grendene e Mirone: due scrittrici si raccontano
Un incontro che non si può certo definire privo di emozioni quello tenutosi al Teatro Verdi, che ha ospitato nella giornata di oggi due scrittrici italiane. La prima è agli esordi, si chiama Claudia Grendene e ha appena scritto un libro intitolato Eravamo tutti vivi. Racconta una storia ambientata tra il 1993 ed il 2013, anni in cui l’Italia è soggetta a forti cambiamenti: le opposizioni di massa si fanno sentire, la globalizzazione è in continuo sviluppo e l’immigrazione in aumento. Il racconto si concentra nella città di Padova, dove le vite di sette protagonisti si intrecciano per la prima volta nella stessa facoltà universitaria, per poi perdersi e rincontrarsi diversi anni dopo, in occasione del funerale di Max, un loro amico e compagno deceduto in circostanze misteriose in Sudamerica. La sua morte servirà a far riflettere e a fare i conti con un passato che non per forza è migliore del presente. Lo scopo è sin dall’inizio quello di dimostrare attraverso le parole, i fatti e le azioni dei personaggi che, nonostante nella vita non vada sempre tutto per il meglio, “l’importante è essere vivi”.
L’altra scrittrice si chiama Rossella Mirone. Nel suo libro intitolato Cattiva narra la storia di una madre, Emilia, dal momento del parto della prima bimba ai successivi tre mesi di vita. Il suo non è il racconto delle vicende di una donna brutale e dura, come potrebbe suggerire il titolo, bensì della formazione di uno dei legami più belli e potenti al mondo: quello tra Madre e Figlia. Questo libro nasce da una notizia sentita al telegiornale: una donna, esausta, si allontana dalla sua famiglia per tre giorni. L’episodio suscita un senso di paura nell’autrice, che si immedesima nella madre, fino a creare un racconto ambientato in una Napoli radicata nelle tradizioni familiari. Nasce così Cattiva, parola che indica il sentimento provato dalla protagonista per il suo senso di inadeguatezza verso la figlia appena nata.
Tra amore, giudizi e paure, due grandi scrittrici si incontrano per raccontarsi in un incontro di Pordenonelegge2018, che come spesso accade, suscita riflessioni profonde.
Carolina Fanzago