Dante: traguardo di ogni epoca
Alle ore 10.00 del 19 settembre presso lo ‘spazio itasincontra’ si è svolto uno dei primi incontri di Pordenonelegge, tenuto da Filippo La Porta, intitolato "Dante e un’etica per il nuovo millennio". Sottolineata la somiglianza tra l’atteggiamento incerto e inquieto di Dante e quello dell’uomo moderno verso il mondo, l’autore si è concentrato su uno dei temi principali della Divina Commedia applicabile alla realtà di oggi, ovvero il concetto di bene e male, ispirato anche al pensiero di Simone Weil. Durante il discorso viene fatta una netta distinzione tra i due, essendo il bene un “dare realtà” e il male un “togliere realtà” a ciò che ci circonda, riconducendosi cosi all’idea di etica del sommo poeta, intesa come un “guardare bene ed ascoltare qualcuno”. A sostegno della tesi vengono citati come esempi i sette peccati capitali, il cui tratto comune è quello di togliere, ciascuno in modo diverso, realtà al mondo esterno. Il più grave, secondo Dante, è la superbia, che porta i peccatori a sentirsi superiori agli altri, sostituendo il reale con un’ipertrofica immaginazione, elemento proprio del diavolo. Il poeta introduce così una nuova concezione di Lucifero, descrivendolo come essere “iperlogico” e quindi scettico verso l’esistenza di un bene, visto da lui come puro imbroglio.
Dopo l’ultimo invito a considerare la Divina Commedia come “mezzo per distinguere la realtà dalla non realtà”, La Porta ha fatto un appello anche ai genitori e agli educatori, ricordando che, come Dante e Beatrice attraversarono la luna senza scompaginarla, così si dovrebbe fare con i ragazzi, per non privarli della loro realtà.
Vesna Frangipane e Adele Marzotto