L’intelligenza artificiale cambierà il mondo della scrittura? - Intervista a Benjamìn Labatut
Durante l’incontro con gli autori dei cinque libri finalisti del premio Lattes Grinzane 2024, studenti provenienti da tutta Italia, hanno avuto l’opportunità di ascoltare le presentazioni dei romanzi e successivamente di porre domande agli autori degli stessi. In particolare, quattro studenti del liceo Grigoletti di Pordenone, hanno avuto il piacere di parlare con Benjamìn Labatut, autore del romanzo Maniac. Quest’ultimo narra le vite di tre uomini dotati di un’intelligenza fuori dal comune, spiegando l’impotenza che uno di questi ha provato durante il confronto con l’intelligenza artificiale.
Labatut, rispondendo ai dubbi dei ragazzi inerenti allo spazio che rimane agli autori in un mondo governato dall’intelligenza artificiale, ha chiarito il suo punto di vista, spiegando che i libri si scrivono con la sofferenza e che gli scrittori sono permeati dalla melanconia, che è innegabilmente un sentimento che, come la tristezza, le macchine non possono provare. L’autore ha inoltre aggiunto che le parole che sceglie non sono dettate da un algoritmo, come sarebbero quelle di una macchina, ma sono frutto dell’irrefrenabile voglia di accedere a quel magico labirinto che è la storia che sta scrivendo.
La seconda domanda posta a Labatut riguardava il tema della razionalità e come esso venisse affrontato dal fisico Paul Ehrenfest, protagonista di una delle tre storie presenti all’interno del romanzo. L’autore ha spiegato che ha voluto rappresentare una nuova razionalità che, secondo lui, avrebbe invaso il mondo, ma che il fisico ha impedito che ciò succedesse tramite l’estremo atto di togliersi la vita.
Sofia Blarasin - 4 C SCI