E se Darwin si fosse sbagliato?
“Homo Sapiens Sapiens”: ecco come si autodefinisce la specie umana, forse in modo arrogante ad opinione del professor Vittorino Andreoli, che riterrebbe esagerato anche uno solo dei due aggettivi, tanto da volerli sostituire con “stupidus stupidus”.
L’incontro tenutosi il 20 Settembre alle ore 18:30 presso Spazio Itasincontra, ha visto come protagonista Vittorino Andreoli , che ha presentato una nuova e alquanto pessimistica visione dell’uomo moderno. Come ha tenuto a precisare il relatore, l’evoluzione non è infatti qualcosa di definito, perché il regresso è sempre dietro l’angolo.
Con il tempo, da istintivo l’uomo è diventato razionale. Ha imparato a controllare le pulsioni a favore dello sviluppo celebrale, uno sviluppo che se non viene mantenuto attivo rischia di decadere, lasciando alle prossime generazioni solo buio.
La nostra specie ha deciso di abbandonare una strada fatta di istinti primordiali, per decidere da sè come vivere: ecco perché, il cervello ha bisogno di essere educato alla vita, senza essere lasciato in balia di se stesso.
Analizzando il gruppo umano odierno, è stato possibile al professor Andreoli riconoscere tre grandi comportamenti dominanti: il primo è la distruttività, mirata non solo alla sofferenza altrui, ma anche alla propria. Dal momento che non possiamo definirci con il pronome personale “io”, le nostre azioni ricadono sul mondo che ci circonda e noi stessi diventiamo le nostre relazioni.
Segue l’agonia dei principi primi, studiati in prima battuta da Platone. Non possono essere controllati, ma dipendono dalle condizioni dell’uomo: ne siamo infatti i responsabili e nonostante ciò, li stiamo abbandonando.
Il risultato è l’uomo senza misura, che mette in evidenza un individuo privo di giudizio, guidato all’eccesso e all’esasperazione, in un mondo in cui non c’è più fiducia nel prossimo.
Francesca D’Amelio, Federica Costalonga