Dal 1943 al 2018 quant'è cambiato?
La serata conclusiva del festival Pordenonelegge 2018 ha visto come protagonista, presso il teatro Verdi, Carlo Lucarelli e il suo ultimo libro: Peccato mortale. Un'indagine del commissario De Luca. Il romanzo, ambientato nella Bologna del 1943, copre un arco di tempo che va dal 24 luglio al 2 dicembre, attraversando quindi due momenti fondamentali per la storia italiana di quel tempo: il 25 luglio e l'8 settembre, quando il re fugge dall'Italia. La prima data corrisponde, invece, alla caduta di Mussolini, evento che cambia la situazione del Paese senza cambiarla davvero. Il Duce non è più in carica, eppure, le leggi sono sempre le stesse. I giornalisti del “Carlino”, giornale bolognese dell'epoca, decidono di tornare a fare il loro mestiere come si deve, scrivendo articoli che vanno contro la politica del tempo, e che vengono di conseguenza censurati. Sono proprio i titoli di questi articoli a dare inizio ai vari capitoli del libro.
Quest'opera riflette, secondo l'autore, l'epoca odierna: ci troviamo in un periodo di cambiamento, di transizione, ma soprattutto di aspettative. Un momento in cui “molti nodi vengono al pettine”, come afferma lo stesso Lucarelli, e i problemi, i pericoli del 1943 sembrano essere gli stessi di oggi, non li abbiamo mai eliminati davvero, non abbiamo mai abbandonato la paura del fascismo.
Il protagonista del romanzo, in mezzo al caos della guerra in corso, con morti al fronte e morti in casa ogni giorno, si concentra sul ritrovamento di un corpo senza testa ed è ossessionato dall'idea di dover risolvere il caso, mentre nessun altro ne vede la necessità. Sono proprio le ossessioni, secondo lo scrittore, che rendono affascinante un personaggio, soprattutto di libri gialli, insieme alla contraddizione e alla capacità di mettersi in discussione.
Scrivere romanzi storici, per Carlo Lucarelli, significa scoprire un altro mondo; documentarsi su un determinato periodo storico vuol dire anche fare i conti con il proprio immaginario precedente ed essere pronti a demolirlo per lasciar spazio alla verità dei fatti.
L'autore ha concluso l'incontro con un'importante riflessione personale: “quando si parla delle leggi razziali, non si può parlare dei diritti dell'una e dell'altra parte. Si può parlare dei diritti di una sola parte, perché l'altra non li ha più”.
Adele Marzotto