L’umorismo è ovunque, o quasi
Un pianista, uno scrittore e un esperto di sistemi informatici, sembra l’inizio di una barzelletta e invece si tratta di Roberto Turrin, Marco Malvaldi e Stefano Marmi , redattori dell’incontro tenutosi il 22 Settembre 2018, alle ore 17:30, presso l’ex cinema Capitol, “Le parole, i numeri, i suoni”, che mediante l’espediente dell’umorismo ha trattato dell’ interazione tra matematica, musica e linguaggio umano.
Marco Malvaldi sostiene che “umorismo” sia divertire cambiando direzione, facendo in modo che acquisti una certa inerzia, dopo di che, le si “toglie il tappeto da sotto i piedi”, facendo succedere qualcosa di inaspettato. *
Mentre in matematica ci si diverte in modo “non convenzionale”, nella musica colta, modo intelligente per connotare la musica classica, invece dell’umorismo si può praticare l’ironia.
Si provi a pensare ad una composizione classica, l’ultima nota della partitura non sorprende mai l’ascoltatore, portando la pace. Tutto questo nell’umorismo non può accadere, per il suo tratto imprevedibile che produce un rilancio del movimento.
Anche in fisica può trovare spazio, come si può notare in cinematica e in dinamica, se la prima si limita a descrivere ciò che vede, non avendo potere predicativo, nella seconda avviene il “momento innovativo” che produce un cambiamento.
Interessante la discussione conclusiva, sulle caratteristiche del linguaggio umano definito ridondante e incompleto: nel primo caso dal momento che anche con l’omissione di interi termini da una proposizione il senso di tale frase è lo stesso chiaro, mentre nel secondo caso poiché una stessa frase con parole poste in modo differente può portare a più interpretazioni, a scapito della chiarezza. Ciò è impossibile, invece, nelle composizioni di musica classica, essendo un’ opera già conclusa e all’ interno della sfera emotiva del compositore.
Francesca D’Amelio, Federica Costalonga