La forza attrattiva della filosofia platonica

“Tutta la storia della filosofia non è altro che una serie di note a margine di quella di Platone”: con questa famosa citazione del filosofo Whitehead, la filosofa e docente universitaria Adriana Cavarero, apre l’incontro.

In una Grecia ancora sotto l’influenza di un forte pathos omerico, basato su musica,canto e suono, Platone cerca di staccarsi attaccando Omero, considerato un demagogo, e introducendo il concetto di logos interno per lui molto importante; proprio per questo ritiene prevalente il pensiero interno (nella nostra mente fatta di ragione logica) rispetto al tentativo di esprimerlo attraverso il suono, che lui considera vuoto e ingannevole.

La filosofia platonica, nel suo continuo svilupparsi, mostra anche i suoi elementi contradditori e quindi si rivela un ente mutevole e non completamente definito, senza mai rifiutare del tutto quello stesso dialogo di cui anche Socrate faceva largo uso. Uno di questi elementi deboli è la femminilità, denunciata in alcune opere come nel Timeo, ovvero la Kora, materia originaria e materna da cui tutto nasce e si crea, ma di cui effettivamente non si parla mai diffusamente né nei testi di Platone né in molti dei filosofi a lui successivi.

Concludendo, si può dire che tuttora la filosofia platonica continua ad esercitare una certa influenza, incatenando a sé opere, correnti di pensiero ed intere filosofie senza lasciarle più andare, proprio come un campo magnetico che tutto attrae con grande forza.

 

Vesna Frangipane, Lorenzo Riccobono