Il grande esempio di Oriana Fallaci
Il giorno venerdì 21 settembre presso il Teatro Verdi, il celebre giornalista e storico Paolo Mieli ha tenuto, per la prima volta in pubblico, un incontro sulla libertà di stampa come modo per rendere onore alla giornalista Oriana Fallaci (che nel 2019 avrebbe compiuto 90 anni). L’argomento è stato introdotto da un ampio preambolo riguardante la storia del giornalismo fin dalle sue origini, che risalgono al ‘600, per arrivare alla critica ai giornalisti odierni che spesso sono di parte e non disposti ad accogliere altri punti di vista. Questo però non è il caso di Oriana Fallaci che, esordendo come giornalista specializzata in attori e costumi, decide di cimentarsi in qualcosa di diverso: a metà degli anni ’60 parte per il Vietnam come giornalista di guerra. Questa esperienza cambia completamente il suo modo di lavorare, le sue interviste diventano più sfrontate, le domande che pone sempre più scomode. In realtà essere intervistati da lei diventa un vero onore.
La Fallaci diviene famosa in tutto il mondo, grazie al suo talento nella scrittura, senza mai entrare nel mondo della televisione, fatta eccezione per qualche apparizione come ospite in alcune trasmissioni. Il suo segreto è entrare in contraddizione prima con se stessa, poi con gli altri.
Tanti anni dopo, in seguito agli avvenimenti dell’11 settembre e all’uscita del suo libro La rabbia e l’orgoglio, una versione più ampia dell’articolo per “Il Corriere della Sera” riguardante la tragedia, viene aspramente criticata e accusata di essere razzista e anti islamica, perché sostiene che l’Europa sia diventata “un continente flaccido , che vive di agi e che ha perso lo spirito combattente”.
Prima di concludere, Mieli ha incuriosito il pubblico citando i numeri 8, 24 e 50: la popolazione europea rappresenta l’8% di quella mondiale, produce il 24% di tutto il PIL, ma consuma il 50% del welfare di tutta la Terra. Mieli ha commentato dicendo che così poche persone non possono consumare così tanto senza preoccuparsi del futuro.
L’incontro si è concluso con l’affermazione che senza giornalisti coraggiosi come lo è stata Oriana Fallaci, che si battono per la verità, “la libertà di stampa rischia di essere soltanto una chiacchiera vuota”. Per fortuna, questo tipo di giornalismo vuoto non è stato quello della Fallaci, non è quello di Mieli e neanche del pubblico presente a questo interessante incontro.
Marco Bortolussi, Adele Marzotto, Lorenzo Riccobono