C’è speranza, ma non per noi - Intervista a Benjamìn Labatut

Intervista a Benjamìn Labatut

É il sogno di ogni lettore poter colmare l’ambiguità che si frappone fra la propria interpretazione e le parole dello scrittore, insomma sottoporre a quest’ultimo la moltitudine di quesiti sollevati dalla sua penna. A tale esigenza risponde il Premio Lattes Grinzane, tra le cui innumerevoli opportunità figura intervistare gli autori protagonisti dell’evento.

A tal proposito, gli studenti del Liceo M. Grigoletti non hanno esitato a interrogare Benjamin Labatut, autore di Maniac, sulla possibilità dell’uomo di vincere contro la macchina, dunque se questi abbia qualche speranza contro l’implacabile incedere del progresso.

La replica di Labatut, dolceamara e enigmatica, riflette a pieno lo spirito del romanzo: “Il problema non sono mai le macchine, ma sempre noi. Siamo uno strano miscuglio di razionalità e irrazionalità, desiderio e disperazione. C’è sempre spazio per la speranza, ma non per noi, come scrisse Kafka. Siamo esseri che sono di passaggio. In questo ci può essere consolazione. Ma, ecco, la speranza non è ciò di cui si occupa la letteratura, che è l’unica arte che si mantiene libera da queste pretese.”

Con il suo intervento Labatut non solo condensa l’essenza del romanzo, ma anche della vita umana, delle cui contraddizioni si erge a specchio la letteratura.

Eloise Puiatti - 5 B LIN